“Di Bello c’è la vita!” – La storia di Alessandra Cordella

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E’ aprile 2013 quando la malattia bussa alla porta di Alessandra Cordella, felicemente sposata e mamma di due splendidi ragazzi. La leucemia si presenta con forti dolori alle ossa ed improvvise ecchimosi ad un braccio: la gravità è tale che dal laboratorio analisi Alessandra passa direttamente al letto del reparto di Ematologia, la diagnosi parla di leucemia promielocitica acuta. Dopo una battaglia di diversi mesi, maledettamente complicata dalla Klebsiella, oggi Alessandra Cordella è una donna grata alla vita, si dedica ai ragazzi della parrocchia ed è volontaria in BrinAil.

A cosa pensavi nei momenti più difficili?
Sono molto credente ed ho pregato tanto, dopo la malattia ho scelto di diventare catechista per dare un senso pieno alla mia vita. Ma tutte le persone che mi vogliono bene mi hanno sostenuto sempre, mio marito, i miei figli, mia sorella, i miei genitori, erano continuamente presenti in reparto. Ma anche il sostegno e le parole dei volontari della BrinAil è stato davvero prezioso.

A chi dici grazie?
Al reparto di Ematologia dell’Ospedale “Perrino”, un’eccellenza del nostro territorio, di cui esserne orgogliosi. E’ la mia “seconda famiglia”, lì durante un’esperienza che mai avrei immaginato di vivere ho capito cos è la vita, ho capito che per affrontare al meglio la malattia non bisogna nasconderla – come si è tendenzialmente portati a fare – ma raccontarla, parlarne, condividere paure, speranze e sensazioni.

Come è cambiata la tua vita dopo questa esperienza?
Prima ero molto metodica, oggi penso che non ne valga la pena: mi interessa vivere bene con la mia famiglia.

Hai un aneddoto o un ricordo bello legato a questa esperienza che ti va di condividere?
Mi piace ricordare Amelia, una ragazza di Latiano che riusciva a darmi una carica ed una forza incredibili con il suo modo di vivere la malattia, le dicevo “tu sei un pezzettino di Gesù”. Ci sentiamo ancora e credo che il nostro legame durerà a vita.

C’è un libro che ti è stato particolarmente “d’aiuto” durante i momenti più duri?
Il libro della vita di Padre Pio e “La medaglia miracolosa” sulla madonna di Lourdes, che mia madre consegnò a mio marito che leggevo tutte le sere. Ricordo che un giorno ho sognato una signora seduta su una sedia accanto a me, ho aperto di colpo gli occhi e mi sono ritrovata con il libricino in mano.

A cosa pensi la mattina appena sveglia?
Ai miei figli Giuseppe e Benedetto.

Cosa diresti ad u’amica che sta vivendo ora un momento difficile come il tuo?
Avere completa fiducia nei medici e far funzionare sempre il cervello, consapevoli che non possono esserci cure migliori di quelle che ti stanno facendo.